Note didattiche

Canto, oralità e apprendimento

La voce, il canto sono mezzi espressivi  importanti con cui lavorare in ambito scolastico. Da tutti sono riconosciuti i benefici che il canto e la musica determinano nella persona e la loro efficacia  nell’apprendimento e nei processi cognitivi.  Cantare è naturale, formativo, rilassante, divertente, coinvolgente, e farlo in gruppo  rafforza il senso di appartenenza, la socialità, la comunicazione e relazione con gli altri.  Un flusso di emozioni attraversa i cantori, ragazze e ragazzi impegnati in una prova, in una esibizione. Quella voce, che in più di un caso, capita di dover trattenere in  luoghi e contesti specifici della vita quotidiana, nell’espressione artistica si libera, incontra il proprio mondo interiore, il proprio essere, dialoga ed è in empatia e comunicazione con chi ascolta o sta cantando vicino. Non ci si sente giudicati o sottoposti ad un esame e non bisogna essere bravi o avere talento per cantare nel gruppo. Non si è in competizione, poiché è il gruppo che si presenta compatto e responsabile di un suono comune, di un progetto condiviso in cui la funzione dell’ ascolto attiva abilità cognitive superiori, che verranno poi utilizzate negli ambiti di apprendimento, e nella relazione sociale.    L’abilità del canto del resto sembra che preceda quella del parlare, è motore fondamentale di emozioni e conoscenza.

La trasmissione dei saperi nelle civiltà è avvenuta secondo una modalità orale.

Miti, leggende, poemi epici, fiabe, narrazione e poesia hanno avuto come veicolo la voce, tramandati di bocca in bocca e molto spesso attraverso il canto, poiché questo facilita la memorizzazione, l’assimilazione dei contenuti, in quanto li rende più vicini alla sfera umana, mettendo in moto “affetti” e sensazioni. Le esperienze emozionali sono quelle più produttive, che arricchiscono la conoscenza. Conserviamo le emozioni piacevoli e ciò che attraverso di esse abbiamo immagazzinato, potendolo facilmente richiamare alla memoria, anche dopo molto tempo. Il canto inoltre attiva concentrazione e processi di automatismo nella mente così come la pratica della ripetizione aiuta ad apprendere senza sforzo, rendendo familiari e comprensibili contenuti che potrebbero presentarsi complicati.

Cantare la Divina Commedia  a scuola

“Dante cantato. E’ questo il titolo che abbiamo dato al nostro progetto: versi della Divina Commedia cantati da noi! Di certo l’iniziativa ci ha aiutato a imparare a memoria i canti di Dante che ogni volta ci mettevamo a studiare disperati perché erano complicati. Paolo e Francesca, Ulisse, la selva oscura…per tutte queste parti abbiamo trovato una melodia adatta e facile da imparare. All’inizio sembrava una cosa un po’ azzardata ma poi cantando ho capito che si impara più facilmente e in modo più originale. Le sensazioni che si provano durante l’esecuzione sono molteplici e sono contenta di portare aventi questo progetto con la mia classe.

Questa studentessa di seconda media, coinvolta nel progetto qualche anno fa,  non nascondeva le sue iniziali perplessità di fronte ad un’attività particolare come quella di cantare versi della Divina Commedia con accompagnamento di strumenti musicali, nell’ora di letteratura, a scuola.

Le parole difficili, sconosciute, gli endecasillabi e le terzine che dovevano apparire a lei e ai suoi compagni impronunciabili man mano però si “scioglievano” e si dispiegavano, acquistavano senso nella ripetizione del canto, si fissavano nella memoria, anche in quegli alunni  inizialmente timidi o in difficoltà.

Emissione vocale, articolazione della parola, corretta dizione:   tutti gli studenti le avevano enormemente migliorate, in modo naturale, quasi inconsapevole, a beneficio della comprensione e della interiorizzazione di contenuti letterari piuttosto complessi.

Cantare la poesia richiede un lavoro attento sulla prosodia, sul rapporto tra testo e melodia, sulle possibilità interpretative consentite dalla voce in quanto strumento di grande fascinazione ed espressività. E’ quanto i cantori poeti della tradizione contadina hanno tramandato con la loro sapienza millenaria, tanta dedizione e passione per quest’arte poetica.

Dalla musica popolare e dalle modalità tipiche dei poeti cantori  è stata ricavata quell’idea essenziale ed efficace di poter appoggiare i versi poetici su dei moduli melodico ritmici iterativi. Il ritmo è importante: la sua regolarità contribuisce ad un insieme di esecutori come dei giovani studenti, di coordinarsi, sintonizzarsi, ottenere una maggiore coesione e impulsi di energia;  la melodia, con il suo andamento agogico e dinamico, le altezze e le durate delle note, le cadenze, è il mezzo con cui la voce può esaltare il testo, renderlo comprensibile, contribuire  con le tutte le sue sfumature e le modulazioni a conferirgli una valenza espressiva unica e originale, indispensabile per la crescita e l’arricchimento culturale della persona.  

A cura di Anna Rita Colaianni